Perchè imparare a giocare a scacchi ?

È opinione abbastanza diffusa che gli scacchi siano un gioco noioso, difficile, e che le partite durino necessariamente ore o addirittura giorni. Tutto falso! Il gioco degli scacchi è, a mio parere, il più bello, il più interessante, il più intelligente ed entusiasmante dei giochi. Non a caso è chiamato il Nobil Gioco e anche Re dei giochi e gioco dei Re. E non solo: gli scacchi sono un gioco di strategia, ma sono anche arte, scienza, sport. Essendo un gioco matematico, trova ampio spazio nella Teoria dei giochi, nell’Informatica e nell’Intelligenza Artificiale (si pensi soltanto ai programmi di scacchi ed agli algoritmi sui quali tali programmi si basano). E’ riconosciuto inoltre come sport dal Comitato Olimpico Internazionale (richiede infatti studio, allenamento, agonismo, ma anche cura della forma fisica e dell’alimentazione, almeno per il raggiungimento di determinati livelli agonistici). Inoltre, tutti possono giocare a scacchi: non esistono particolari limiti di età, non esistono barriere culturali né barriere per i disabili motori o per i non vedenti, infatti, anche nei tornei, è prevista la possibilità di un accompagnatore che effettua le mosse sulla scacchiera “ufficiale”; il disabile può analizzare la posizione su un’altra scacchiera posta vicino e adatta al tipo di disabilità (ad esempio, la scacchiera utilizzata dai non vedenti ha dimensione di circa 20X20 cm, ogni casa è forata per poter inserire il pezzo, le case nere sono sopraelevate di qualche millimetro, i pezzi neri si distinguono dai bianchi per un chiodino posto sulla testa del pezzo). In fine, il gioco degli scacchi rappresenta un’ottima opportunità per mantenersi giovani mentalmente e per avere buone occasioni di socializzazione e di nuove amicizie.

 

Gli scacchi, anche per i bambini ?

Certamente! A partire dai 5 anni di età. Dico 5 anni, ovviamente, come età indicativa, basandomi anche sull’esperienza di mio figlio, al quale ho incominciato a spiegarne le regole proprio a 5 anni (ma lo avevo “iniziato” ben prima, lasciandogli prendere confidenza con scacchiera, alfieri e cavalli già intorno ai 3 anni). L’età minima per l’apprendimento delle regole degli scacchi può variare da bambino a bambino, dipende dal suo livello di recettività (e anche da chi insegna) ma in genere intorno ai 5 anni sono già sufficientemente “maturi” e pronti per l’apprendimento delle regole.

Ma perchè è  bene, e sarebbe  meglio (anche se non è mai troppo tardi)  imparare  a   giocare  a   scacchi da bambini?  Innanzitutto perchè  è  bello: è gioco e divertimento! E poi perchè gli scacchi contribuiscono alla crescita del bambino, favorendone lo sviluppo della mente, della personalità e del comportamento sociale. È inoltre risaputo che la pratica degli scacchi migliora il rendimento scolastico, soprattutto nelle materie logico-matematiche. Per questi motivi, in alcuni paesi (primo fra tutti la Russia) l’insegnamento degli scacchi è addirittura materia scolastica obbligatoria, ed in altri paesi è comunque presente nel P.O.F. di molte scuole come materia facoltativa extra-curricolare. Con la dichiarazione scritta 50/2011 poi, anche il Parlamento Europeo ha invitato tutti i paesi dell’Unione Europea a inserire gli scacchi tra le materie didattiche, riconoscendone così gli aspetti profondamente culturali. Nell’elenco che segue, si trovano quelli che, da divesri esperti in materia, sono ritenuti essere i principali effetti benefici del gioco degli scacchi.

  • accettazione delle regole
  • creatività e logica matematica
  • dominio dell’impulsività, autocontrollo fisico e psichico
  • mantenimento di nervi saldi
  • attenzione e concentrazione
  • sviluppo della pazienza e della resistenza (una partita può durare 5 minuti o qualche ora)
  • obiettività (gli scacchi sono un gioco di pura abilità e i fattori aleatori sono praticamente nulli)
  • determinazione e forza di volontà
  • miglioramento delle capacità di analisi e valutazione
  • controllo del proprio corpo e delle emozioni (corretta postura, controllo delle mani e della voce), migliore gestione del proprio sistema nervoso
  • capacità decisionale, assunzione di responsabilità (il grave errore di una mossa può portare alla perdita della partita)
  • autocritica, negli scacchi si impara solo dai propri errori
  • aggregazione con individui di età, status e culture differenti
  • integrazione con persone diversamente abili
  • valutazione dei problemi e gestione del tempo (nei tornei si gioca con l’orologio)
  • abilità spaziale e coordinazione oculo-motoria (ogni pezzo si muove in modo diverso sulla scacchiera)
  • comprensione delle intenzioni altrui (prevedere cosa farà l’avversario è determinante)
  • pianificazione, ricerca del metodo migliore per raggiungere un obiettivo
  • imparare a perdere e a vincere con onestà